Μακάριοι (Macarioi) beati: inno morale o incitamento alla rivoluzione? (prima parte)




Ormai è trascorso molto tempo da quando, su questo blog, comparvero i primi articoli relativi alle beatitudini pronunciate da Gesù nel famoso discorso della montagna. All'epoca gli scritti furono redatti subito dopo aver seguito dei seminari di Padre Maggi, ricercatore e direttore del centro studi biblici G. Vennucci di Montefano (Mc). Come ogni allievo che si rispetti, le prime opere ricalcano, se non addirittura copiano, il modo, il pensiero, la valenza e la direzione del maestro. Così fu per Platone con Socrate, così è stato con me e Padre Maggi (senza volersi paragonare ai due sommi pensatori greci). Tuttavia, il tempo scorre, le esperienze fanno maturare e certi filtri vengono calmierati, o cadono, lasciando intravedere un'altra realtà. Per questo motivo ora ripercorriamo, in una nuova serie di articoli (molto probabilmente tre), un'analisi di questi versetti pieni di importanza per la loro ipotetica valenza rivoluzionaria, ma quale tipo di rivoluzione? In fondo è questa la vera domanda! Si tratta di una rivoluzione morale, come molti teologi e esegeti adducono, oppure qui il "figlio del falegname" vuole incitare ad una rivoluzione fisica, concreta, a una rivoluzione armata! Come sempre solo accedendo alle fonti prime oggi disponibili (testo ebraico e la LXX, in greco, per il vecchio testamento e testo greco per il nuovo), contestualizzando i versetti, lasciando da parte traduzioni tendenziose e mettendo tutto in relazione alla tradizione e cultura israelitica del periodo di Gesù, è possibile trarre un più concreto significato delle parole utilizzate in questo discorso. Per cominciare l'indagine prendiamo subito in esame i versetti che più vengono citati a riguardo delle beatitudini, quelli di Matteo, capitolo 5, dal versetto 3 al versetto 12. Si userà la Nestle-Aland 28° edizione per la parte greca, mentre per la parte italiana le due traduzioni oggi recuperabili da chiunque a basso costo: la CEI 2008 e la TILC (Traduzione in Lingua Corrente), entrambe benedette dalla CEI stessa. Iniziamo: 


Matteo 5:3-12 versetti in greco tratti dalla Nestle-Aland 28° edizione: 
3 Μακάριοι οἱ πτωχοὶ τῷ πνεύματι, ὅτι αὐτῶν ἐστιν ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν. 
4 μακάριοι οἱ πενθοῦντες, ὅτι αὐτοὶ παρακληθήσονται. 
5 μακάριοι οἱ πραεῖς, ὅτι αὐτοὶ κληρονομήσουσιν τὴν γῆν. 
6 μακάριοι οἱ πεινῶντες καὶ διψῶντες τὴν δικαιοσύνην, ὅτι αὐτοὶ χορτασθήσονται. 
7 μακάριοι οἱ ἐλεήμονες, ὅτι αὐτοὶ ἐλεηθήσονται. 
8 μακάριοι οἱ καθαροὶ τῇ καρδίᾳ, ὅτι αὐτοὶ τὸν θεὸν ὄψονται. 
9 μακάριοι οἱ εἰρηνοποιοί, ὅτι αὐτοὶ υἱοὶ θεοῦ κληθήσονται. 
10 μακάριοι οἱ δεδιωγμένοι ἕνεκεν δικαιοσύνης, ὅτι αὐτῶν ἐστιν ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν. 
11 μακάριοί ἐστε ὅταν ὀνειδίσωσιν ὑμᾶς καὶ διώξωσιν καὶ εἴπωσιν πᾶν πονηρὸν καθ’ ὑμῶν [ψευδόμενοι] ἕνεκεν ἐμοῦ. 
12 χαίρετε καὶ ἀγαλλιᾶσθε, ὅτι ὁ μισθὸς ὑμῶν πολὺς ἐν τοῖς οὐρανοῖς· οὕτως γὰρ ἐδίωξαν τοὺς προφήτας τοὺς πρὸ ὑμῶν. 


Matteo 5:3-12 versetti in italiano tratti dalla TILC (Traduzione in Lingua Corrente): 
3 'Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio: Dio dona loro il suo regno. 
4 Beati quelli che sono nella tristezza: Dio li consolerà. 
5 Beati quelli che non sono violenti: Dio darà loro la terra promessa. 
6 Beati quelli che desiderano ardentemente quello che Dio vuole: Dio esaudirà i loro desideri. 
7 Beati quelli che hanno compassione degli altri: Dio avrà compassione di loro. 
8 Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio. 
9 Beati quelli che diffondono la pace: Dio li accoglierà come suoi figli. 
10 Beati quelli che sono perseguitati perché fanno la volontà di Dio: Dio dona loro il suo regno. 
11 Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano, quando dicono falsità e calunnie contro di voi perché avete creduto in me. 12 Siate lieti e contenti, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa: infatti, prima di voi, anche i profeti furono perseguitati. 


Matteo 5:3-12 versetti in italiano tratti dalla CEI 2008: 
3 «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 
4 Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 
5 Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 
7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 
8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 
9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 
10 Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi. 


Basta una lettura veloce per notare che a fronte di un unico testo greco, la CEI ha avvallato due traduzioni significativamente distinte; se prendiamo per esempio il primo versetto sotto esame, che di norma è quello più contestato, otteniamo: Matteo 5:3 (CEI 2008) Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli; Matteo 5:3 (TILC) Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio: Dio dona loro il suo regno. Differenti non trovate? Quindi diciamo che le traduzioni sono sempre un fatto di significato che si vuole veicolare. Anche noi non saremo da meno, e qui lo si dichiara. Questo perché non è facile ricostruire esattamente una statua di ghiaccio dalla pozzanghera d'acqua formatasi dallo scioglimento di esso. Effettuare traduzioni oggi, su testi scritti millenni fa, è un po' come tentare di ricostruire la statua di ghiaccio scolpita dai redattori del testo, basandosi sull'acqua della pozzanghera a nostra disposizione. Tuttavia, con un po' di analisi, ricerca, relazioni e un buon vocabolario, qualcosina di significativo si riesce a recuperare. Altro dato che va tenuto conto, è che non esiste un solo vangelo, ma ne esistono quattro canonici e, quindi, un po' di aiuto può venire anche da loro. Interrogando gli altri tre scritti, che narrano la vita di Gesù nel nuovo testamento, si scopre che solo uno degli altri riporta un discorso simile. Ne Marco, ne Giovanni, ne fanno menzione, mentre ne parla Luca. Questo è un dato importante, perché ci dice che il vangelo considerato più vicino al periodo storico di Gesù, quello di Marco, non tratta questo momento della vita del rabbino Nazareno, quasi a indicarci che forse non è mai avvenuto, oppure che, per chi ha scritto il testo secondo Marco, non era così importante menzionare questo evento. Stessa cosa può valere per Giovanni, che è il testo scritto più lontano dalle vicende di Gesù. Ma a noi interessa comprendere la valenza, che si è voluta dare a questi versetti dagli agiografi che li menzionano. Ora veniamo al testo secondo Luca, che riporta questo: 


Luca 6:20-26 versetti in italiano tratti dalla TILC: 
20 Allora Gesù alzò gli occhi verso i suoi discepoli e disse: 'Beati voi, poveri: Dio vi dona il suo regno. 
21 Beati voi che ora avete fame: Dio vi sazierà. Beati voi che ora piangete: Dio vi darà gioia. 
22 'Beati voi quando gli altri vi odieranno, quando parleranno male di voi e vi disprezzeranno come gente malvagia perché avete creduto nel Figlio dell'uomo. 23 Quando vi accadranno queste cose siate lieti e gioite, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa: infatti i padri di questa gente hanno trattato allo stesso modo gli antichi profeti. 
24 Ma, guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. 
25 Guai a voi che ora siete sazi, perché un giorno avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete tristi e piangerete. 
26 'Guai a voi quando tutti parleranno bene di voi: infatti i padri di questa gente hanno trattato allo stesso modo i falsi profeti. 


Si può tranquillamente domandare se ci troviamo di fronte a un discorso diverso, non trovate? Oppure è solo apparentemente diverso? Vediamo anche qui il testo greco cosa ci dice: 


Luca 6:20-26 versetti in greco tratti dalla Nestle-Aland 28° edizione: 
20 Καὶ αὐτὸς ἐπάρας τοὺς ὀφθαλμοὺς αὐτοῦ εἰς τοὺς μαθητὰς αὐτοῦ ἔλεγεν· Μακάριοι οἱ πτωχοί, ὅτι ὑμετέρα ἐστὶν ἡ βασιλεία τοῦ θεοῦ. 
21 μακάριοι οἱ πεινῶντες νῦν, ὅτι χορτασθήσεσθε. μακάριοι οἱ κλαίοντες νῦν, ὅτι γελάσετε. 
22 μακάριοί ἐστε ὅταν μισήσωσιν ὑμᾶς οἱ ἄνθρωποι καὶ ὅταν ἀφορίσωσιν ὑμᾶς καὶ ὀνειδίσωσιν καὶ ἐκβάλωσιν τὸ ὄνομα ὑμῶν ὡς πονηρὸν ἕνεκα τοῦ υἱοῦ τοῦ ἀνθρώπου· 
23 χάρητε ἐν ἐκείνῃ τῇ ἡμέρᾳ καὶ σκιρτήσατε, ἰδοὺ γὰρ ὁ μισθὸς ὑμῶν πολὺς ἐν τῷ οὐρανῷ· κατὰ τὰ αὐτὰ γὰρ ἐποίουν τοῖς προφήταις οἱ πατέρες αὐτῶν. 
24 Πλὴν οὐαὶ ὑμῖν τοῖς πλουσίοις, ὅτι ἀπέχετε τὴν παράκλησιν ὑμῶν. 
25 οὐαὶ ὑμῖν, οἱ ἐμπεπλησμένοι νῦν, ὅτι πεινάσετε. οὐαί, οἱ γελῶντες νῦν, ὅτι πενθήσετε καὶ κλαύσετε. 
26 οὐαὶ ὅταν ὑμᾶς καλῶς εἴπωσιν πάντες οἱ ἄνθρωποι· κατὰ τὰ αὐτὰ γὰρ ἐποίουν τοῖς ψευδοπροφήταις οἱ πατέρες αὐτῶν. 


Confrontiamo la prima beatitudine di entrambi i testi greci: 
  • Matteo 5:3 Μακάριοι οἱ πτωχοὶ τῷ πνεύματι, ὅτι αὐτῶν ἐστιν ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν. 
  • Luca 6:20 (b) Μακάριοι οἱ πτωχοί, ὅτι ὑμετέρα ἐστὶν ἡ βασιλεία τοῦ θεοῦ. 
e notiamo subito che Μακάριοι οἱ πτωχοὶ è comune ad entrambi i versetti. La traduzione di entrambi è normalmente questa: beati i poveri; e questa traduzione sicuramente apre a molti problemi, perché sembra che il rabbino di Nazareth stia valorizzando i poveri, innalzandoli a beati, come se la povertà sia da benedire, quando sappiamo tutti cosa sta causando ogni giorno il non avere denaro. Sicuramente Matteo aggiunge poi τῷ πνεύματι, che di solito viene tradotto con: in spirito; quasi a specificare che tipo di povertà porta alla beatitudine. Tuttavia, Luca questa aggiunta non la fa e qui nascono gli interrogativi: perché la medesima beatitudine viene proposta in due modi così differenti? Cominciamo prima di tutto a contestualizzare questi versetti, partendo dal vangelo secondo Luca. La proclamazione dei 6 versetti presenti nel vangelo di Luca avviene dopo che Gesù ha letto nella sinagoga il rotolo di Isaia, di seguito i versetti in questione: 


Luca 4:16-21 versetti in italiano tratti dalla TILC: 
16 Poi Gesù andò a Nàzaret, il villaggio nel quale era cresciuto. Era sabato, il giorno del riposo. Come al solito Gesù entrò nella sinagoga e si alzò per fare la lettura della Bibbia. 17 Gli diedero il libro del profeta Isaia ed egli, aprendolo, trovò questa profezia: 18 Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me. Egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri. Mi ha mandato per proclamare la liberazione ai prigionieri e il dono della vista ai ciechi, per liberare gli oppressi, 19 per annunziare il tempo nel quale il Signore sarà favorevole. 
20 Quando ebbe finito di leggere, Gesù chiuse il libro, lo restituì all'inserviente e si sedette. La gente che era nella sinagoga teneva gli occhi fissi su Gesù. 21 Allora egli cominciò a dire: 'Oggi per voi che mi ascoltate si realizza questa profezia'. 


Contestualizziamo anche questi versetti per capire meglio i fatti: 
  • Fatti antecedenti alla lettura del rotolo di Isasia 
    • Annunciazione e nascita di Giovanni il Battista 
    • Annunciazione e nascita di Gesù (vedere altro articolo sul blog) 
    • Giovanni grida nel deserto (come disse Isaia - utile per dopo) 
    • Battesimo di Gesù e breve storia dell'inizio della missione 
    • I famosi 40 giorni nel deserto 
  • Fatti dopo la lettura del rotolo e prima del discorso delle beatitudini 
    • Spostamento di Gesù a Cafàrnao 
    • Insegnamento e guarigione di sabato di un "indemoniato" e della suocera di Simone
    • Effettua la pesca significativa sulla barca di Simon Pietro e fratello 
    • Recluta 4 discepoli pescatori e comunica a Simon Pietro che anche lui recluterà gente 
    • Guarisce un lebbroso 
    • Rimette i peccati, battibecca con le autorità religiose e guarisce un paralitico 
    • Incontra Levi, colui che riscuoteva le tasse per Roma 
    • Mangia a casa di Levi e a un altro battibecco con le autorità religiose 
    • Gesù battibecca ancora con le autorità religiose sul sabato in merito al raccogliere le spighe e a guarire le persone 
    • Sceglie i dodici apostoli (diverso da discepoli, attenzione) 
Quindi, dopo essere stato sponsorizzato da Giovanni il Battista e dopo aver fatto come la maggior parte dei più importanti personaggi del vecchio testamento, un eremitaggio di 40 giorni, ritorna nella comunità e si scopre che Gesù era solito leggere la Bibbia nella sinagoga di sabato! A questo punto la domanda sorge spontanea: solito in che senso? Se prima del battesimo da parte di Giovanni, avvenuto nell'intorno dei 30 anni, Gesù non aveva incominciato la missione, quando predicava nella sinagoga? Oppure già lo faceva, ma non aveva avuto successo come predicatore, per cui ci sono voluti la benedizione di Giovanni (che sembra - dai vangeli - essere stato molto popolare all'epoca) e un ritiro di 40 giorni(?), in qualche luogo particolare, in cui accrescere alcune capacità? Domande lecite considerato che solo un maestro dalla legge può insegnare nelle sinagoghe. Comunque, a noi ora non interessa indagare questa parte della vita del "figlio del falegname", ma capire cosa volesse trasmettere con il discorso sui beati. Un'informazione utile, derivante dal fatto che Gesù era solito predicare il sabato nella sinagoga, riguarda il suo ruolo di conoscitore della scrittura. Infatti, solo chi studia la scrittura può spiegarla nei luoghi di culto israelitici. Ciò ci permette di comprendere meglio la valenza del verbo ἐπεδόθη (epedothē), utilizzato nel versetto 17 sopra e tradotto con "diedero", trasmettendo così l'idea che il rotolo di Isaia, che andremo ad analizzare, se l'è trovato tra le mani. Il punto è che il verbo ἐπιδίδωμι (epididómi): donare, consegnare, passare, ecc; può essere utilizzato sia in modo transitivo che intransitivo, quindi può voler dire sia che il rotolo gli è stato consegnato, sia che se l'è fatto consegnare. Ovviamente è il contesto che ci dice che se l'è fatto consegnare, basta unire il fatto che lui era solito insegnare in sinagoga, quindi ha piena padronanza della scrittura, sia il fatto che poi si identifica con Isaia stesso: "Oggi per voi che mi ascoltate si realizza questa profezia" (Luca 4:21). Insomma, è davvero forviante cercare di far passare questo insegnamento come qualcosa di casuale o, peggio, come coincidenze della volontà divina. Gesù si è fatto passare il rotolo di Isaia e proprio quello! E qui veniamo al primo grande punto di attenzione, perché il rotolo in questione è questo: 


Isaia 61:1-11 versetti in italiano tratti dalla TILC: 
1 Dio il Signore, ha mandato il suo spirito su di me; egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri, per curare chi ha il cuore spezzato, per proclamare la liberazione ai deportati, la scarcerazione ai prigionieri. 
2 Mi ha mandato ad annunziare il tempo nel quale il Signore sarà favorevole al suo popolo e si vendicherà dei suoi nemici. Mi ha mandato a confortare quelli che soffrono, 3 a portare loro un turbante prezioso invece di cenere, olio profumato e non abiti da lutto, un canto di lode al posto di un lamento: gioia a chi è afflitto in Sion. Tutti faranno quel che è giusto, saranno come splendidi alberi piantati da Dio per rivelare la sua gloria e potenza. 
4 Ricostruiranno le antiche rovine, rialzeranno le case abbattute, riedificheranno le città rimaste devastate per tanto tempo. 
5 Gli stranieri vi serviranno: pascoleranno i vostri greggi, lavoreranno i vostri campi, coltiveranno le vostre vigne. 
6 Sarete chiamati: 'Sacerdoti del Signore'. e 'Servitori del nostro Dio'. Vi godrete i tesori delle nazioni, vi vanterete delle loro ricchezze. 
7 Dice il Signore: 'I vostri nemici vi hanno fatto doppiamente soffrire: non solo vi hanno umiliati ma anche ingiuriati. Perciò le ricchezze vi saranno raddoppiate nel vostro paese e vivrete per sempre nella gioia. 
8 Io, il Signore, voglio che si rispetti il diritto e non sopporto che si rubi, che si compiano ingiustizie. Vi ricompenserò fedelmente, farò con voi un’alleanza che durerà per sempre. 
9 I vostri discendenti saranno famosi fra tutte le nazioni e tutti i popoli. Chiunque li vedrà riconoscerà che sono un popolo benedetto da me, il Signore'. 
10 Esulto di gioia con tutta l'anima mia per quel che il Signore, mio Dio, ha fatto: mi ha vestito con la sua salvezza, la sua giustizia mi copre come un mantello. Sono felice come uno sposo quando si mette il turbante di nozze, come una sposa quando si adorna di gioielli. 
11 Come la terra fa nascere i germogli e il giardino fa germogliare i suoi semi, così Dio, il Signore, farà sbocciare la giustizia e la lode davanti a tutte le nazioni. 


Qualcuno potrebbe obiettare che l'inizio del versetto 61:1, di Isaia, non è proprio coincidente con il versetto 4:18 di Luca. In effetti se li mettiamo a confronto, si ottiene questo: 
  • Isaia tratto da Luca >> Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me. Egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri. Mi ha mandato per proclamare la liberazione ai prigionieri e il dono della vista ai ciechi, per liberare gli oppressi, 19 per annunziare il tempo nel quale il Signore sarà favorevole. 
  • Isaia tratto dal capitolo 61 dello stesso profeta >> Dio il Signore, ha mandato il suo spirito su di me; egli mi ha scelto per portare il lieto messaggio ai poveri, per curare chi ha il cuore spezzato, per proclamare la liberazione ai deportati, la scarcerazione ai prigionieri. 2 Mi ha mandato ad annunziare il tempo nel quale il Signore sarà favorevole al suo popolo e si vendicherà dei suoi nemici. 
Il punto è che qui ci si potrebbe addentrare in una pericolosa indagine sui motivi che hanno portato l'agiografo a riportare in parte una frase, in parte un'altra; a fare, insomma, un collage di pezzi dei primi versetti del capitolo 61 del profeta. Questa indagine la lasciamo ai teologi, che cercheranno di spiegare i significati più reconditi del pensiero di dio, ricercando i perché Gesù abbia fatto un "minestrone" dei versetti del rotolo di Isaia richiesto. 
A noi interessa comprendere che, a questo punto della storia, Luca vuol far capire al lettore una cosa importante: il rabbino nazareno ha voluto proprio leggere quel particolare passo. Il fatto che l'agiografo si vuol rifare al capitolo 61 di Isaia è confermato da un semplice affiancamento dei versetti 4:18, in greco, del terzo vangelo e i versetti 61.1 di Isaia, tratti dalla LXX (la versione vetro testamentaria greca): 


Isaia 61:1 versetti in greco tratti dalla LXX: 
1 Πνεῦμα Κυρίου ἐπ᾽ ἐμέ, οὗ εἵνεκεν ἔχρισέν με· εὐαγγελίσασθαι πτωχοῖς ἀπέσταλκέν με, ἰάσασθαι τοὺς συντετριμμένους τὴν καρδίαν, κηρῦξαι αἰχμαλώτοις ἄφεσιν καὶ τυφλοῖς ἀνάβλεψιν, 


Luca 4:18 versetti in greco tratti dalla Nestle-Aland 28° edizione: 
18 Πνεῦμα Κυρίου ἐπ’ ἐμέ, οὗ εἵνεκεν ἔχρισέν με εὐαγγελίσασθαι πτωχοῖς, ἀπέσταλκέν με κηρῦξαι αἰχμαλώτοις ἄφεσιν καὶ τυφλοῖς ἀνάβλεψιν, ἀποστεῖλαι τεθραυσμένους ἐν ἀφέσει, 


Come è evidenziato in grassetto, Luca copia palesemente l'inizio del versetto direttamente dalla LXX, e ha perfettamente senso tale scelta stilistica, da un punto di vista storico, perché in quell'aria geografica, in cui si sta diffondendo il messaggio di Gesù, l'ebraico (o l'aramaico) è come oggi parlare il ladino nel mondo: solo pochi lo conoscono. Già l'italiano è una lingua "piccola", rispetto a lingue quali il cinese, lo spagnolo, l'arabo o l'inglese, che è la lingua di tutte le transazioni commerciali. Quindi Luca deve usare la versione più diffusa, in quella zona del mediterraneo, per far attecchire il messaggio, e la LXX era la versione del vecchio testamento conosciuta nella zona dell'impero romano d'oriente, in quanto poteva essere letta da chi sapeva leggere. Come diremmo noi oggi: ha fatto di necessità virtù. Molto probabilmente Gesù ebbe tra le mani la versione aramaica, o ebraica, in quanto, come studioso dei testi, è su questi che lui ha appreso. Per tale ragione si è scelto, comunque, di rifarsi alla traduzione in italiano della TILC dei versetti in ebraico, anche se diversa. La cosa intrigante, tuttavia, è che anche nella versione ebraica, il versetto 61:1, inizia con "Il Signore" e non, come tradotto dalla TILC, con Dio il Signore. Ecco riportato il versetto in ebraico tratto dal codice masoretico: 


Inizio di Isaia 61:1 in ebraico tratto dal Codice Masoretico: 
ר֛וּחַ אֲדֹנָ֥י יְהוִ֖ה עָלָ֑י 


Riportiamo qui una bella traduzione interlineare per comprendere meglio il senso della frase: 
  • ר֛וּחַ >> rauch >> tradotto sempre come "spirito" 
  • אֲדֹנָ֥י >> adonai >> il modo in cui gli ebrei chiamano Yahweh e tradotto con Signore (in italiano Dio) 
  • יְהוִ֖ה. >> YHWH >> Yahweh e tradotto sempre con il Signore (in italiano) 
  • עָלָ֑י >> sopra di me 

Mettendo assieme il tutto e traducendo adonai con signore, così come utilizzato dagli ebrei, verrebbe fuori una cosa del tipo: "Spirito signore signore sopra di me". Va comunque ricordato che YHWH non veniva (e non viene) mai nominato, per cui il passo potrebbe essere stato semplicemente letto come: "lo spirito del signore (adonai) è sopra di me". Fatto più che possibile poiché ancora oggi gli ebrei usano adonai, tralasciando di leggere/nominare YHWH, anche Gesù, essendo un rabbino ebreo, doveva rispettare questa regola. Questa puntualizzazione culturale è utile per comprendere tutto il contesto e per convincere che, purché Luca abbia usato la LXX per trarre l'inizio del suo versetto 4:18, Gesù avesse tra le mani il rotolo in ebraico e non una versione greca del passo. Quindi è su questo testo che ci si deve basare, non sulla versione greca del vecchio testamento. Tale precisazione è doverosa per il ragionamento che seguirà.

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